Le storie delle persone sono sempre state al centro della mia vita, non tanto i fatti che sono soggettivi e personali, e a volte sono la componente più effimera della nostra avventura esistenziale, ma quello che più mi interessa è la risposta alle sollecitazioni della vita e i processi mentali per cui scegliamo di comportarci in un modo anzichè in un altro. In oltre 30 anni di lavoro da educatore ho incrociato moltissime vite, spesso ai margini, alcune mi hanno accompagnato altre sono sparite, ma tutte hanno insegnato qualcosa. Ecco! Sono convinto che risieda in quest’ultima affermazione la mia stella polare, potente direttrice che illumina e indica la mia strada: rispecchiarsi nelle vite altrui e quindi incontrare me stesso, è stato ed è un’esperienza fisica. E tra il mare calmo e quello burrascoso, estremi importanti, si collocano tutte le mie esperienze quotidiane, le quali influiscono sulla mia crescita personale e professionale.
La scrittura autobiografica, occupandosi delle storie, fa vivere la sorpresa di vederci nelle parole che la penna solca sui fogli, disvela la natura delle nostre scelte, diventa dispositivo di introspezione e di autoanalisi, ed è quello che accade nei laboratori che organizzo, uno spazio libero dove prendersi cura di sé sospendendo il giudizio su di noi e sugli altri. L’albero di carrubo che uso come simbolo mi collega alle mie origini e rappresenta la resilienza come unica strada per sopravvivere in questo mondo, è la mia storia, la metafora di un adattamento quotidiano.